Agustín Fernández Mallo e lo spazio ibrido della memoria
27/04/2022

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In natura il silenzio non esiste, afferma l’amico senza nome; al contrario, una musica cadenzata e costante ci accompagna, sempre. Non della ricerca, ma del suo risultato si fa carico l’intera opera narrativa di Mallo, composta da un continuo brusio di rimandi e segnali che ne attraversano le oltre quattrocento pagine. Ci sono i suoni della natura, ma soprattutto c’è l’impronta antropica, che scava e modella i luoghi e persiste nel tempo e al tempo. L’impronta dell’uomo è un’impronta di distruzione e, spesso, di dolore. La guerra del titolo è ciò che collega il genere umano, e ciò che collega i tre racconti: il primo è ambientato in un’isola già campo di concentramento durante la guerra civile spagnola; il secondo ha per protagonista un reduce del Vietnam, che rievoca la sua vita in una atmosfera di costante paranoia ; il terzo si snoda tra le spiagge della Normandia protagoniste del D-Day, sulle tracce di una donna che vuole rivivere una vacanza fatta col suo compagno, ora sparito nel nulla.
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