Alle origini del fumetto
19/05/2022

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LL: Oddio, pure tu contro il fumetto d’autore. Perché secondo te è sbagliato chiamarlo così? Magari preferisci chiamarlo graphic novel?
DF: Gli argomenti relativi al “fumetto d’autore” e al “graphic novel” vengono trattati in chiusura del mio lavoro al capitolo centocinquanta. Qui brevemente ricordo che l’editoria del fumetto in tutti i paesi nei quali si è sviluppato ha sempre cercato di trovare una definizione univoca per indicare il linguaggio, senza mai riuscirci. In ogni nazione esso ha una diversa denominazione. Periodicamente si cerca di dare una patina di nobiltà a un certo fumetto indicandolo con allocuzioni create ad hoc.
In particolare quella di “fumetto d’autore” a me sembra una definizione un po’ bizzarra perché sottende l’idea che esista un fumetto non d’autore o in alternativa che solo un certo fumetto sia degno di considerazione (la qual cosa può anche essere accettata visto che ci sono in giro dei fumetti proprio scadenti).
Sarebbe stato più opportuno indicarlo come “fumetto di qualità”.
La paternità dell’espressione “fumetto d’autore” viene erroneamente attribuita (ma lo si dice sottovoce) ad Alfredo Castelli. Sono in grado di smentire ciò poiché a una mia precisa domanda lui ha fatto capire di non gradirla particolarmente.
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