avrai i miei occhi

16/05/2022


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narrato tutto in seconda persona – olivia che si rivolge costantemente a nigredo e che in qualche modo segue tutta la vicenda attraverso il suo sguardo – avrai i miei occhi racconta la segregazione sociale di una milano in cui non esiste più nessuna comunità, una città lacerata da mura insormontabili che la smembrano e la indeboliscono e dove l’aria è asfissiata da un onnipresente pulviscolo dorato.

vagabondi, reietti, orfani, straccioni, malati e mutilati. la periferia di una città non è solo i suoi quartieri marginali rispetto al centro, è fatta anche di uomini e donne che si trovano ai margini dell’umanità stessa.
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Fonte: a clacca piace leggere
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