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CAN CHE ABBAIA NON MORDE: RETROSPETTIVA SUI NECROPOBHIC

28/03/2022


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Da questa tempesta su più fronti nasce un album cupo, diverso in questo caso dai precedenti con una matrice più malvagia, oscura e meno scorrevole dei precedenti. Egoisticamente ammetto che è l’album che ci voleva…non so cosa ne pensano i veri fans del gruppo in mezzo a questi stravolgimenti, però per me interrompe il meraviglioso piattume dei precedenti dischi riprodotti in serie come i mobili Ikea (utilissimi e funzionali), ma in questo trovo qualcosa in più anche nelle sue imperfezioni black metal.

La mosca bianca che quest’ultimo disco rappresenta nella carriera dei Necropobhic sarà destinata sin da subito a restare un episodio isolato e nel 2018 la formazione accoglie nuovamente i due chitarristi: Ramstedt e Bergeback, ma anche il cantante del primo album, Anders Stokirk, e pubblicano un buon “Mark of the Necrogram” che rimette la chiesa (satanica) al centro del loro villaggio.
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Fonte: Metal Mirror
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