Cannes 2022. Esterno notte
19/05/2022

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Bellocchio mostra senza alcuna pietas una classe politica impotente se non complice, imbelle e disumana, che segue il solito mefistofelico Giulio Andreotti, architetto di quella teoria della fermezza, che sacrificò sull’altare della ragion di stato, la vita del più brillante dei “cavalli di razza”.
Non ne esce meglio il PCI di Berlinguer, sempre troppo debole e subalterno, incapace di comprendere che la morte di Moro, avrebbe chiuso un’intera stagione, allontanando il principale partito d’opposizione dal governo del Paese per ancora un ventennio.
Più volte ritornano nel film immagini dell’altare della patria, così come avveniva in L’ora di religione: ma quale nazione, quale Stato, quale patria può lasciar morire un uomo in nome della sua stessa integrità, sembra chiedersi ancora il regista.
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