Che ne è stato degli intellettuali?
13/05/2022

Da Decenni si scrive che gli intellettuali – se non già estinti – sono quantomeno una specie in via di estinzione. In estinzione è soprattutto un certo tipo di intellettuali, ma in estinzione lo sono un po’ tutti per il loro complessivo scarso impatto sulla società. Nati durante la Belle Époque e sopravvissuti a due guerre mondiali, gli intellettuali entrano nel deserto dei «Quaranta ingloriosi» (dall’avvento di Reagan e della Thatcher a oggi) già in salute precaria, e ora se ne sottolinea, appunto, se non l’estinzione totale, quantomeno la scarsa rilevanza. È un fenomeno che ha degli aspetti paradossali. Viviamo, infatti, nell’età del digitale, che ha portato a una moltiplicazione di canali e di opportunità di comunicazione. Di primo acchito, parlando di intellettuali, la tecnologia sembra essere un fattore determinante. Le radici dell’intellettuale moderno non sono forse legate all’invenzione della stampa, che crea, per la prima volta, un ampio pubblico di lettori?
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