Come Gazprom si è preso lo Schalke 04
27/02/2022

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A metà degli anni Duemila, il calcio aveva scoperto – con sua grande gioia – gli oligarchi. L’approdo di Roman Abramovič a Stamford Bridge aveva aperto una nuova strada nel mondo del pallone, e di lì a pochi anni anche il suo connazionale Dmitrij Rybolovlev sarebbe sbarcato in Francia, acquistando il Monaco: la loro ascesa rappresentava, per molti, il ritorno della Russia al ruolo di grande potenza economica internazionale, dopo la crisi post-caduta del Muro. Una rinascita che veniva vista con molto sospetto dai paesi occidentali a causa del suo artefice, Vladimir Putin. Il Presidente aveva ricostruito il paese in pochi anni e non senza il ricorso a politiche controverse, aveva orientato l’economia russa alla produzione di energia da esportare all’estero, costruendo legami commerciali sempre più stretti nell’Europa Occidentale. La Russia di Putin era la Russia di Gazprom, il colosso energetico di San Pietroburgo emerso rapidamente come una potenza mondiale dopo che nel 2004 aveva inglobato Sibneft, acquistandola proprio da Abramovič e innescando il trasferimento a Londra dell’imprenditore e il cambio di proprietà al Chelsea.
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