Cormac McCarthy, cose ultime e penultime
07/07/2023

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Dopo l’interrogazione di La strada, in ogni caso, la partita sembrava chiusa; e solo un’appendice minore era apparsa la pièce disperata The Sunset Limited (2006), in cui un nero prova a prendersi cura del destino di un aspirante suicida, vedendo infine sconfitto ogni argomento per dissuaderlo dal suo gesto: una sorta di Dialogo di Plotino e di Porfirio al rovescio. A maggior ragione, sembrava che il punto fondo toccato con La strada, l’interrogazione ultima sul senso della civiltà e sul nostro rapporto con la natura e con la realtà, non potesse consentire, più ancora dell’anagrafe, un oltre. E sembrava che questo grande vecchio ai margini dei circuiti pubblici degli States avesse scelto di dedicare i suoi anni ultimi all’incontro con i fisici del Santa Fe Institute, nel New Mexico, dove partecipava ai dialoghi e alle ricerche interdisciplinari di un prestigioso gruppo di studiosi appartenenti a diversi campi del sapere.
E invece si preparava questa sorpresa di due romanzi nuovi, un dittico centrato sulle figure di Bobby e Alicia, fratello e sorella, legati da una relazione ambigua che sembra evocare il grande precedente di Ulrich e Agathe nell’Uomo senza qualità di Robert Musil, con il quale queste opere estreme di McCarthy hanno d’altra parte in comune anche l’interesse per la fisica e le leggi rivoluzionarie che ne hanno segnato il campo nell’ultimo secolo. Il primo romanzo, uscito negli Usa alla fine del 2022 e in Italia a maggio del ’23, un mese prima della morte dell’autore, si intitola Il passeggero (The Passenger); Stella maris è il titolo del secondo, già pubblicato in America e atteso per settembre nella traduzione italiana.
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