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Detective Marlowe, il caso Hollywood è tuo! (Marlowe 2023, una rece)

18/09/2023


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Liam Neeson, alla fine, è un adorabile nonnetto. E a parte un paio di scazzottate accompagnate dall’inevitabile “sono troppo vecchio per questa roba”, non finge per un solo secondo di essere più giovane di quello che è. Il suo Marlowe è malinconico, crepuscolare, appesantito dagli anni; non ha più il minimo interesse per le donne (oltre all’età, può avere avuto un ruolo in questo il fatto di aver passato la vita a essere fregato da ogni singola donna che è entrata nel suo ufficio), in compenso ci sono un calore e un’empatia, nell’interpretazione di Neeson, che non ho mai visto in nessun altro attore alle prese con lo stesso personaggio. È un buon Marlowe? È un Marlowe.

La vera sorpresa però è Neil Jordan. Dopo 30 anni di film di cui non mi importava veramente un accidente mi sentivo pienamente in diritto di immaginarmelo fiacco, scolastico e noioso, mezzo rincoglionito e mezzo mummificato. E invece fiacco il cazzo, Jordan ha la mano fermissima, un controllo totale del set e riesce nell’impresa incredibile di rendere dinamico un film fatto praticamente solo di persone che parlano (una su Letterboxd l’ha definito “due ore di Liam Neeson che chiede a questo tizio se conosce quel tizio”: ho riso). Marlowe è un film pieno di scale, di strade, di corridoi, di punti da cui osservare altri punti: in cui l’azione si svolge spessissimo su più livelli di profondità e i personaggi si muovono anche quando sono fermi.
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Fonte: i400Calci
nel canale: cinema