DUE PAROLE SUL SENZACODA

05/05/2022


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Era anche, quello, l’autunno della pandemia, l’autunno in cui usciva il mio ultimo romanzo “grosso”, La notte si avvicina, l’autunno dello stordimento. A differenza di molti altri, non riuscivo a scrivere: provavo e chiudevo subito il file, con angoscia. Forse vi è capitato, ma era uno di quei momenti in cui ci si dice “va bene, finisce qui, non ho altro da dire”. Poi, con l’inizio del 2021, ho provato a buttare giù quella che era semplicemente una storiella: un gatto, anzi due, anzi molti, una bambina fifona che sogna mostri (in quella prima versione terribili e crudeli e non troppo presenti), un modo per superare le paure. Ari, allora, non aveva amiche, ma solo la sua famiglia. Quelle poche cartelle spezzarono però l’incantesimo: perché subito dopo ho scritto Nome non ha, e un’altra piccola cosa di cui si dirà più avanti.
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(Immagine via Salani Editore)





Fonte: Lipperatura
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