El Conde
20/09/2023

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L’idea di dipingere Pinochet come un vampiro è vincente: un male atavico e immortale che si nutre della vita altrui, un parassita che attanaglia la società sino a prosciugarla di ogni forma di vita, un mostro votato al sangue che vive solo grazie alla morte altrui; quale migliore metafora delle dittature del XX secolo? E di quelle ideologie fasciste, ovviamente, che ad oggi sopravvivono, rigenerate e pronte a far rivivere eventi che si credevano assimilati e superati, come il bel finale illustra, con un occhio, forse, a quel ritorno delle destre xenofobe e ultraviolente in Europa e nelle Americhe.
L’idea di dipingere Pinochet come un vampiro è vincente: un male atavico e immortale che si nutre della vita altrui, un parassita che attanaglia la società sino a prosciugarla di ogni forma di vita, un mostro votato al sangue che vive solo grazie alla morte altrui; quale migliore metafora delle dittature del XX secolo? E di quelle ideologie fasciste, ovviamente, che ad oggi sopravvivono, rigenerate e pronte a far rivivere eventi che si credevano assimilati e superati, come il bel finale illustra, con un occhio, forse, a quel ritorno delle destre xenofobe e ultraviolente in Europa e nelle Americhe.
Ma l’occhio di Larraìn è vincente anche nella descrizione dei rapporti che questo potere mostruoso ha con tutti gli strati della società e persino con inernazionale.
Il nugolo di figli rappresenta quel Cile moderno immemore del passato, pronto a perdonare quanto è stato pur di affermare sé stesso. E, al contempo, anche quegli strati di società del passato che persistono tutt’oggi, che hanno avuto fortuna grazie alla corruttibilità della pubblica amministrazione e che sono pronti a prendere quelle briciole che sono avanzate in barba a tutto e a tutti.
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