Emmanuel Carrère e il processo del secolo

15/03/2023


[…]
In un processo non ci sono solo vittime e imputati. Le pagine più ispirate e personali di V13 sono quelle dedicate ai magistrati e, soprattutto, agli avvocati della difesa. Da un certo punto di vista è inevitabile: la storia delle vittime è tanto bruciante da risultare quasi inguardabile; quella degli imputati è brutale ma priva di interesse individuale – sono ragazzi non troppo intelligenti macchiatisi di crimini atroci non perché eroi del male ma per ignoranza e conformismo e oppressione. Resta l’eroismo di chi ha deciso di difenderli. Carrère fa notare più volte quanto tale scelta sia difficile, più ostica e infinitamente meno remunerata di quella degli avvocati di parte civile (tanto meno remunerata che questi decideranno di autotassarsi collettivamente per aiutare i colleghi della difesa). Fa notare anche, spesso, come la sua importanza sia paradossalmente riconosciuta da tutti: la madre di una vittima che torna più volte, nel libro, finisce addirittura la propria testimonianza chiedendo che gli uccisori della figlia siano difesi bene. Lo sono; non perché i loro difensori credano nella causa in nome della quale hanno ucciso, ma perché credono nella separazione fra la persona e ciò che fa, che è alla base dello stato di diritto.
[…]





Fonte: Il Tascabile
nel canale: libri-e-lit-blog