Ezio Pascutti: dietro ogni gol una nuvola d’ira
16/05/2022

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Ezio Pascutti sta dentro un’iconografia arcinota: un nugolo di gol dentro una nuvola d’ira. Ma quella nuvola, con la sua aneddotica gonfia di giornate e giacchette nere, pesa bassa sulle sue imprese e smarrisce i contorni di cifre che sono da capogiro. Perché quella “chierica” impertinente che protestava con gli arbitri e gli avversari, che il pubblico beccava con l’acrimonia che solo una massa anonima sa avere, ha segnato in campionato 130 reti senza rigori.
«E in sole 294 partite. Senza rigori ho segnato più di Riva, Savoldi e parecchi altri. E ho ancora un record anche se nessuno lo ricorda: torneo 1962/63, sempre in gol nelle prime 10 giornate. E in nazionale, 17 presenze e 8 reti. Squalifiche? Tredici turni in 15 campionati, non mi sembra di essere stato un mostro. Diciamola tutta, quando passi per un attaccabrighe, gli arbitri non fanno niente per aiutarti. Non si rendevano conto che era difficile giocare in un mare di fischi. Un giorno a Genova mi dissi: “Li frego tutti“. E misi i tappi nelle orecchie, ma il mondo mi girava intorno e dovetti toglierli. L’unico arbitro per il quale ho avuto un gran rispetto è stato Lo Bello, lui mi capiva. Mi ricordo a Roma, 2-0, due gol miei. Non la smettevo di esultare. Lo Bello si avvicina e mi dice: “Bene cosi, stai calmo che li prendiamo per il culo tutti“. Perché quando sei fischiato, offeso, e gli fai due gol ti viene voglia di scaricare i nervi, ma lui non voleva che facessi gesti da farmi cacciare. Capiva la mia situazione, non era legato al gregge».
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