Fa buon sangue
18/05/2022

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Già ai tempi dei Greci e dei Romani il consumo di alcolici è controverso; il vino e la sua ebbrezza attraversano periodi di maggiore o minore permissivismo e se è vero come abbiamo detto che al vino si attribuiscono tutta una serie di proprietà curative e che dopo la fondazione di Roma nel periodo dei Re l’alcol non è ben visto, l’ubriachezza è invece contemplata (anche abbondantemente) all’interno dei riti e delle occasioni conviviali.
Ippocrate stesso raccomanda la giusta misura, ma i motivi per cui l’abuso sia da respingere non sono mai legati ai rischi per la salute o per la dipendenza, quanto piuttosto alla perdita del controllo, al decoro e alla moralità. San Benedetto nel VI secolo nel capitolo numero quaranta “La misura del vino” della sua regola “Hora et Labora”, fa capire che per quanto se ne possa moderare l’uso il vino è un conforto al quale anche i più virtuosi dei monaci difficilmente rinunceranno e scrive:
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