Ferrovie del Messico, di Gian Marco Griffi
19/04/2023

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Voglio scrivere di Giustina, “fascista tra i fascisti”, prostituta ma “vergine e martire”, sfruttata per la sua povertà, uccisa per la sua ignoranza, desiderando solo di tornare bambina per essere accudita almeno un po’.
Voglio scrivere di Steno, che si lancia in una ricerca della follia (sì della follia, non del senno) non sulla Luna ma a nuoto nei fiumi e nei mari verso un’altrettanto folle Islanda, per salvare la sua amata con un pesce.
Ma soprattutto voglio scrivere di Tilde e di Cesco Magetti.
Tilde, con la malinconia negli occhi e la follia nel cuore, “la tessera che non combacia con il resto del mosaico”, lirica e onirica per proteggersi dalla disperazione; Tilde con la sua macchina fotografica e i suoi libri, con i suoi sogni e le sue speranze spezzate.
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