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“Frankenstein Junior” tra ironia e cinefilia

27/02/2023


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Non è solo una parodia dei film su Frankenstein, in particolare quelli di James Whale, ma è una dichiarazione d’amore nei confronti del cinema degli anni Trenta. Quel cinema in cui Brooks, bambino americano di origine ebrea, amava perdersi, prediligendo i film d’orrore, quelli comici e i musical.

“I cinema di quartiere aprivano alle 10 di mattina, al sabato – ricorda Brooks – e io ero là”. E là rimaneva fino a quando, alla sera, la madre lo andava a ripescare nel buio della sala. Un omaggio che si respira fin dai titoli di apertura in eleganti caratteri gotici, dalla curatissima fotografia in bianco e nero di Gerald Hirshfeld (un bianco e nero per il quale Brooks e Wilder lottarono moltissimo contro la produzione che voleva il colore), dagli stacchi fra una scena e l’altra fino al riutilizzo delle stesse scenografie del laboratorio del Frankenstein originale della Universal.
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Fonte: Cinefilia Ritrovata
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