Gli Stramer, di Mikołaj Łoziński

10/07/2023


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Torniamo alla sfida di cui sopra: come raccontare, oggi, un’epopea famigliare ebraica nella Galizia della prima metà del Novecento, con la povertà, il serpeggiante antisemitismo e infine l’avvento del nazismo e dei lager? Come dire qualcosa di nuovo su questi temi, aprendo nuove prospettive e senza poter contare sull’esperienza diretta e dunque sulla forza della testimonianza? La proposta di Łoziński è interessante: siccome tutti conosciamo la storia e, grossomodo, immaginiamo ciò che accadrà agli Stramer, egli racconta la vita normale di questa famiglia, che sembra per molte pagine passare a lato della Storia. I figli vanno a scuola, hanno i primi innamoramenti, mentre Nathan passa di lavoro in lavoro senza mai impegnarsi davvero; ci sono i vicini di casa, gli insegnanti, i corsi di violino. Lontano, altrove, Hitler prende il potere, ma questo, nell’orizzonte del romanzo, non compare. Compaiono però, con il passare delle pagine, certi segnali: i litigi tra compagni di classe sono venati di antisemitismo, così come certi insegnamenti scolastici; Salek e Hesio, divenuti adolescenti, cominciano a leggere libelli comunisti, e la comunità ebraica cittadina si divide in due branche contrapposte, la sionista e la filosovietica.
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Fonte: Andrea Tarabbia
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