“I pionieri” e lo spettro del comunismo
18/04/2023

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Il comunismo nel film dell’esordiente Scivoletto (che adatta un suon romanzo del 2019, nato però originariamente come soggetto cinematografico) è pero solo uno spettro. E non uno spettro minaccioso, quello che si aggira per l’Europa foriero di rivoluzioni evocato da Marx ed Engels nell’incipit del Manifesto. Ma il fantasma inquieto di un grande ideale che è già passato e ormai non c’è più, se non nelle convinzioni di chi in quell’ideale ha creduto e per quell’ideale ha combattuto. Il fantasma di Enrico Berlinguer che il protagonista, Enrico anche lui (e non è un caso), vede ovunque e a cui chiede consiglio.
Il fantasma del padre defunto e venerato del ‘piccolo Gramsci’ Renato, al quale il figlio ha dedicato un mausoleo pieno di memorabilia del vecchio PCI. È in uno dei polverosi giornali-cimelio di quella stanza che sembra ferma agli anni Settanta che Enrico trova l’idea per fuggire dalla prospettiva di un’estate con il padre in giro per le sezioni: rifondare i Pionieri, il gruppo degli scout comunisti, e scappare in montagna, concedendosi finalmente una vera vacanza. Ai due amici si uniscono, un po’ per caso, il figlio prepotente del capo missino del paese e una ragazzina della base NATO di Comiso, anche lei in fuga.
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