Iain Banks, La fabbrica degli orrori (Fanucci, 2022)

04/05/2022


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La fabbrica degli orrori è un romanzo semplice e potente come la lama di un coltello ben affilato, che non ti lascia alcun istante per respirare, che ti prende per mano e ti costringe a tenere gli occhi ben aperti su un tipo di orrore che, per quanto apparentemente alieno alla nostra quotidianità, non possiamo evitare di sentire vicino.
Il protagonista, l’adolescente Frank, è un ragazzo sui generis, dagli interessi particolari, schivo, asociale (se non per un amico nano), che vive da solo con il padre e si dedica a strani rituali mistici fatti di sacrifici animali, venerazioni territoriali e così via. Si intravede, dietro alla descrizione dei comportamenti rituali del ragazzo, una simbologia brutale che nasconde il desiderio di riappropriarsi di un’esistenza che è consapevolmente ai limiti, della società e delle consuetudini, in una sorta di rilettura del reale e degli eventi che lo costituiscono. Il motore della storia è la fuga del fratellastro maggiore Eric da un centro di igiene mentale.
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Fonte: la nuova carne
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