Il calcio in camicia nera: “Mondiali senza gloria” di Giovanni Mari
14/01/2023

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Se «il calcio è politica», Mussolini lo capì dunque con largo anticipo e dalla fine degli anni ’20 impiegò molte risorse per fare della nazionale italiana di calcio l’ambasciatrice del regime: ecco allora il saluto romano imposto ai calciatori prima e dopo le partite, la diffusione di Giovinezza prima del fischio d’inizio e l’obbligo di iscrizione al Partito fascista per i giocatori convocati in nazionale. Ma a venire permeato dalla dittatura fu tutto il sistema dello sport, come dimostra l’imposizione di presidenti fascisti alla guida del CONI, o le ingerenze dei vari potentati locali nelle società sportive.
Dopo aver deciso di investire sul pallone, Mussolini fece quindi di tutto per ottenere l’assegnazione della seconda edizione dei Campionati mondiali di calcio, disputati nel 1934.
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