Il “dolore bambino” di un piccolo uomo che diventa un pesce: “Sott’acqua” di Francesco Borrasso per Giulio Perrone Editore
16/05/2023

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Luca deve andare al “Borgo“, un luogo lontano e sconosciuto, in cui è convinto di ritrovare la madre. Nel frattempo il padre lo cerca, preoccupatissimo, mentre la trasformazione da bambino a pesce avanza: i polmoni si comprimono, le parole si fermano – d’altra parte i pesci non parlano, così inizierà a comunicare solo attraverso un taccuino e una penna – nascono branchie e pinne e la pelle si copre di squame. La sua preoccupazione maggiore, oltre a quella di raggiungere il Borgo e la madre, è la ricerca di spazi aperti, ché in quelli chiusi non c’è aria; nel suo caso, acqua.
Luca deve andare al “Borgo“, un luogo lontano e sconosciuto, in cui è convinto di ritrovare la madre. Nel frattempo il padre lo cerca, preoccupatissimo, mentre la trasformazione da bambino a pesce avanza: i polmoni si comprimono, le parole si fermano – d’altra parte i pesci non parlano, così inizierà a comunicare solo attraverso un taccuino e una penna – nascono branchie e pinne e la pelle si copre di squame. La sua preoccupazione maggiore, oltre a quella di raggiungere il Borgo e la madre, è la ricerca di spazi aperti, ché in quelli chiusi non c’è aria; nel suo caso, acqua.
Luca costruisce un universo altro per razionalizzare la morte, si immerge letteralmente in un liquido onirico che tanto ricorda anche quello amniotico di una madre durante la gestazione. Un ritorno allora, metaforico e fisico, alle origini, a un tempo in cui non esisteva dolore, perdita, lutto, ma solo attesa.
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