Il fascismo contro la prima squadra femminile italiana
28/10/2022

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Marco Giani lo ritroviamo nel film, anche lui seduto sui gradoni dell’Arena. A chiarire come, prima ancora dei vincoli del regime, a bloccare l’iniziativa delle ragazze fu una stampa avversa: «Giornalisti ma soprattutto vignettisti le prendevano in giro senza pietà». La stessa stampa cui le giovani si erano rivolte per far crescere il proprio progetto. Fu fatale questa stampa avversa, frutto del protezionismo maschilistico in particolare del mondo del calcio. Ma fu fatale anche il cambio di direzione del Coni, che aveva dato un placet iniziale all’iniziativa con la condizione che «Ogni attività deve però svolgersi in privato, cioè su campi cintati e senza l’ammissione di pubblico». Il benestare era arrivato direttamente dal presidente Arpinati, dirigente sportivo all’avanguardia. L’esperimento era ammesso ma alle ragazze fu chiesto anche di presentare un certificato medico per assicurare che l’attività calcistica non ne compromettesse la fertilità.
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