Il Golfo è una profezia di quello che verrà
28/04/2022

Immaginare l’apocalisse è immaginare la fine di tutto o solo la fine del mondo come lo conosciamo? La definitiva scomparsa di corpi, parole, nazioni e memoria sarebbe una catastrofe spaventosa o l’unica via possibile per l’inizio di una nuova storia?
Nel suo Archaeologies of the Future (2005) Fredric Jameson sostiene che se è vero che non esiste idea concepibile dalla mente umana che non sia frutto di esperienza sensibile, allora persino le nostre fantasie più estreme non sono altro che un grande collage di elementi provenienti dal reale.
Come il Giappone per l’immaginario cyberpunk anni ’80, così l’odierno Medio Oriente incarna appieno l’idea occidentale di futuro, sostiene l’artista Sophia Al-Maria parlando di Gulf Futurism.
Crescita iper-accelerata e disomogenea, capitalismo estrattivo, corsa all’accaparramento delle risorse e ostilità dell’ambiente esterno (air-conditioned environments), ma anche strascichi postcoloniali, autoritarismi, conflitti: il Medio Oriente contemporaneo rappresenta un microcosmo che è allo stesso tempo realtà geopolitica specifica e specchio di tendenze e tensioni globali.
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