Il grande gioco dei procuratori
09/12/2022

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I procuratori, ne Il Grande Gioco, sono figure sospese, a metà. «Sono machiavellici, pensano unicamente alla strategia. E fingere e bluffare fanno parte del loro stile. A volte devono fare i conti con le società sportive; altre con i loro clienti e gli sponsor». In due mesi, e non solo nella finzione televisiva, «rischiano le loro carriere».
Sulla carta, i procuratori sono i protagonisti ideali per una serie tv. Specialmente per la loro doppiezza e il loro grigiore. Ma quello a cui appartengono, sottolinea Durzi, è «un sistema chiuso, estremamente difficile da scardinare». E allora «vogliono rimanere nell’ombra. Finiscono sui giornali quando si parla di soldi o quando vengono dipinti come i cattivi che vogliono cambiare il calcio. E il piccolo schermo, per questo tipo di racconto, è perfetto: perché ti dà il modo e il tempo per approfondire ogni aspetto; il cinema, al contrario, è ancora molto rigido sui suoi modelli».
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