Il romanzo di racconti di Julián Ríos

28/09/2022


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Si avvicendarono gli anni e i libri, così come le altre città in cui vissi, e il dattiloscritto di Corteo di ombre rimase in fondo a una cassa in attesa che mi degnassi di spolverarlo e di dargli un’occhiata. Con il passar del tempo, lo ricordavo di tanto in tanto non senza un accenno di rimorso. Per esempio, nel 1991, quando vivevo a Berlino, pensai che magari avrei potuto offrirne un frammento per un dossier che mi dedicava una rivista tedesca; però allora non avevo il manoscritto a portata di mano. Qualche anno più tardi, in una conversazione alla fine di un pranzo a New York con uno dei miei editori nordamericani, mentre evocavamo i tempi del franchismo tirai in ballo il mio libro inedito, a cui si sarebbe potuto pensare come a un peccato di gioventù rinchiuso in Purgatorio. E un po’ più di un anno fa, parlando a Parigi con i miei editori francesi, Corteo uscì dall’ombra per affacciarsi nella nostra conversazione e risvegliare un interesse che allora non sapevo se avrei condiviso.
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Fonte: Il Tascabile
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