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In I figli dei chiodi Alessandro Morbidelli racconta il destino dei nati sotto il segno della mafia pugliese

24/09/2023


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Ci sono Cosimo e Mina, figli di don Vito Campani. Don, appunto. Ci sono poi Carlino e Rosa Pelusi, pure loro fratelli ma figli degli ultimi; così come figlio degli ultimi è Sergio Piccapane, viceré in pectore vista l’amicizia stretta con Cosimo, delfino designato. I protagonisti di I figli dei chiodi sono loro, più che le ingombranti figure genitoriali, padrini o faccendieri che siano. Attraverso i racconti di Mina si dipanano le vicende dei cinque «non più bambini», incastrati in una realtà, quella della mafia pugliese degli anni Ottanta, fatta di regole insindacabili e di una diseguaglianza che trova la migliore delle rappresentazioni possibili nella dicotomia oro/merda. A fare da contraltare, i racconti del Cosimo adulto del 2018 e di Sandra, mamma di Giacomo e parte di una famiglia milanese, incredibilmente vicina ai Campani nonostante le differenze. Un modo intelligente, questa continua alternanza di epoche e punti di vista, per spiegare il presente e predire il futuro raccontando il passato.

L’universo narrativo di I figli dei chiodi è governato da un forte simbolismo, nel quale avere o non avere un comunissimo chiodo arrugginito fa tutta la differenza del mondo.
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Fonte: Rivista Blam
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