Inchiesta sulle scuole di scrittura/8 – Vanni Santoni

15/07/2022


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1) Come è approdato/a alla docenza in una scuola di scrittura? Da quanto tempo insegna?

Insegno scrittura da una decina di anni, la primissima volta mi invitò a tenere un seminario in Biblioteca Nazionale una scuola di scrittura aretina, che non credo esista più. Avevo da poco pubblicato Se fossi fuoco arderei Firenze, quindi era il 2011. Essendomi formato su riviste autoprodotte facenti parte di un underground letterario legato a esperienze di militanza, diffidavo molto di tali scuole, e ricordo che non accettai subito. Mi chiesi, invece, se fosse legittimo e utile “insegnare scrittura”, e conclusi che, se si parlava di singole tecniche, no, non lo era. Un romanzo – credevo allora, e lo credo tuttora – non è qualcosa che si può assemblare per pezzi o moduli, come un mostro di Frankenstein, bensì un organismo che cresce tutto allo stesso tempo, come un embrione che diventa un individuo. Ne consegue che ha davvero poco senso insegnare “a fare un incipit”, ” a scrivere un dialogo”, a “costruire dei personaggi”, ecc., se non c’è a monte una visione organica. Visione, questa, che si acquisisce leggendo e scrivendo. Non c’è altro modo. Alla fine pensai che potevo svolgere quel compito di docente in modo intellettualmente onesto solo andando lì a raccontare le mie esperienze di lettura e scrittura, nella speranza che sarebbero state utili a chi era ancora agli inizi. Funzionò. Un paio d’anni dopo, con la pubblicazione del romanzo collettivo In territorio nemico, di cui ero stato coordinatore (un’attività, vale la pena dire, che molto mi insegnò rispetto al lavoro sui testi altrui), entrai in contatto con la casa editrice minimum fax, che teneva anche dei corsi, e cominciai a insegnare con loro, sviluppando in modo più strutturato quella prima idea di trasmettere la mentalità dello scrittore piuttosto che insegnare “scrittura creativa”, un termine che peraltro mi ha sempre fatto orrore; da minimum si scisse poco più tardi la Scuola del Libro, con cui continuai a collaborare e collaboro tuttora, sempre sviluppando tale approccio didattico. Il mio corso di base, o “classico”, Iniziare un libro (o finirne uno iniziato) è giunto alla sua ottava edizione (decima contando i “bis” nello stesso anno), e negli anni gli si sono affiancati un corso avanzato, una versione breve pensata per l’online – I quattro pilastri, giunto, tra “bis” e “tris”, già alla settima edizione, e altri corsi più brevi, come quello di “live editing” in cui si lavora direttamente sul testo, o Come pubblicare… per davvero, dedicato al mondo dell’editoria.
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Fonte: La letteratura e noi
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