Intervista a Esther Kinsky, autrice di “Rombo”

07/06/2023


[…]
Kinsky sottolinea molto bene un aspetto, che occupa un posto di tutto rilievo in Rombo: a lei interessano le persone. Le interessa osservarle con la distanza rispettosa, ma partecipe, di un’antropologa. Arrivare a innamorarsi un po’ di loro, in senso lato. Mi cita il suo amato Pasolini, che qui parafraso: “per capire la gente, bisogna amarla”.

«Quando sono arrivata in Friuli, mi sono messa ad ascoltare. Ascoltavo le storie dei singoli, distillavo le loro voci. Intanto, studiavo. Il linguaggio scientifico mi affascina molto, specie quello del tedesco. È del tutto particolare, in quanto i suoi vocaboli non hanno avuto, come invece è avvenuto per l’inglese, influenze latine, ma si sono sviluppati all’interno del tedesco nel corso dell’Ottocento. Questo ha fatto sì che nascessero parole meravigliose, poetiche in un certo senso. Che hanno un corpo e un suono che parla di quella linea sottile tra scienza e poesia che gli Antichi conoscevano tanto bene. Ed è un tentativo di comprensione, forse di traduzione, che mi affascina. È il corpo della dialettica tra esseri umani e natura: condividere gli stessi spazi, ma non essere in grado di capirsi. Così io, per Rombo, imparavo dalle persone e dalla natura. E così ho creato i miei personaggi, sette voci umane accompagnate da un commento sui fatti naturali e geologici».
[…]





Fonte: La Balena Bianca | Letterature
nel canale: libri-e-lit-blog