Inverno artificiale
26/05/2023

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Così gli raccontai che quando mi ero trovato a scriverne per la mia newsletter, alcuni albergatori da me contattati avevano insistito affinché visitassi i loro hotel e ne respirassi l’atmosfera, dandomi così involontariamente l’occasione di cogliere tutti i dettagli del nuovo scenario. Gli dissi che proprio durante uno di quei sopralluoghi mi accorsi di come l’assenza di neve avesse modificato radicalmente il paesaggio. Le piste assomigliavano a lunghi serpenti bianchi di neve artificiale, che snodavano le loro spire scivolando dalle cime alle pendici delle montagne. Erano incorniciate dal verde di pini e abeti o dal bruno terragno degli alpeggi. Il candore della neve era come sparito dalla tavolozza invernale, o almeno ne era fortemente ridimensionato. Anche la luce era diversa, più opaca, caliginosa, perché l’assenza di precipitazioni favoriva l’accumulo di sabbia e polveri. Era facile percepirlo nelle giornate più umide, a mattino inoltrato, quando il sole scioglieva la patina di brina che si formava sulle auto. Sul tettuccio restavano decine di semicerchi di residui incrostati e sul fondo del parabrezza era facile notare piccoli depositi di sabbia.
«Ecco perché tra qualche giorno vedrò Sara Casagrande» conclusi.
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