Io capitano

18/09/2023


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Garrone sa di avere a che fare con una materia incandescente e difficilissima, che facilmente gli può esplodere tra le mani, così sceglie la strada del romanzo di formazione e di avventura (Seydou è inizialmente un ragazzo timido e insicuro, e non è del tutto convinto di partire, ma alla fine saprà farsi carico dell’amico ferito e della responsabilità di guidare il barchino carico di migranti verso l’Italia). Quello di Garrone è un romanzo di formazione che affonda le sue radici nella letteratura epica e popolare – dall’Odissea allo stesso Pinocchio oggetto del suo precedente film – e in quanto viaggio letterario può concedersi scelte visive e narrative che guardano appunto alla letteratura oltre – e prima ancora – che alla realtà.

Quello che voglio dire è che Io capitano non è un documentario e non vuole essere guardato come tale, pur essendo basato sui racconti di chi quel viaggio l’ha fatto veramente (Kouassi Pli Adama Mamadou, Arnaud Zohin, Amara Fofana, Brhane Tareke e Siaka Doumbia) e pur proponendo alcuni passaggi particolarmente realistici e crudi (penso all’incontro con i predoni nel deserto del Niger, o alle sequenze nelle carceri libiche).
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Fonte: Sciame inquieto
nel canale: cinema