“Io, lui e Muhammad Ali” di Randa Jarrar
13/05/2022

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Ne è un esempio il racconto che dà il titolo all’antologia, in cui una donna deve occuparsi delle ceneri del padre e intraprende un viaggio da Brooklyn al Cairo, che la condurrà a nuove incredibili rivelazioni non solo sulla figura paterna, ma anche, inaspettatamente, sulla vita di sua madre. E proprio la rivelazione è una tra le caratteristiche ricorrenti dell’immaginario di Jarrar, che sceglie, quasi nella totalità dei casi, di cedere la parola e dare potere d’espressione a una moltitudine di voci femminili. Donne quasi sempre giovani o «fresche di deflorazione», che abbracciano i costumi, cercano a tutti i costi di liberarsene, o che più spesso si pongono in posizione ambivalente tra tradizione e progresso, tra l’orgoglio dell’appartenenza e l’insofferenza nei confronti di una società che tende a svalutarle o a non comprenderle davvero; donne che soffrono il fatto di essere quasi sempre definite da qualcun altro, osservate e giudicate da quell’istanza spersonalizzata e spersonalizzante che l’autrice chiama «la Gente».
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