João Saldanha, il tecnico che ha tormentato la dittatura
15/07/2022

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Con il discorso di formare una “squadra di bestie”, ha accettato l’invito e ha convocato i migliori giocatori del Paese in attività. Sotto il suo comando, stelle come Pelé, Tostão, Gerson e Dirceu Lopes hanno accumulato una serie di sei vittorie consecutive in sei partite nelle qualificazioni e hanno timbrato il passaporto del Brasile per la Coppa del Mondo, salvando l’orgoglio dei tifosi per la selezione.
Nonostante il suo successo e la sua popolarità come allenatore, Saldanha non smise mai di attaccare la dittatura, soprattutto dopo l’ascesa al potere del generale Emílio Garrastazu Médici. Il regime militare rafforzò la repressione contro i membri del partito comunista. Alla fine del 1969, l’omicidio di Carlos Marighella, amico di lunga data, suscitò le ire dell’allenatore della nazionale. Raccolse un dossier, in cui citò più di 3.000 prigionieri politici e centinaia di persone uccise e torturate dalla dittatura brasiliana, e lo distribuì alle autorità internazionali nel suo viaggio in Messico in occasione del sorteggio dei gruppi della Coppa del Mondo, nel gennaio 1970.
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