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AS: Mi ritorna alla mente ciò che diceva Mark Fisher riguardo la scomparsa di quei presupposti che hanno reso possibile il modernismo nel XX secolo. In Spettri della Mia Vita, per esempio, Mark Fisher parla di una disconnessione del circuito tra la musica sperimentale e la musica popolare. Anche tu hai lavorato con la musica. Nel 2020 hai pubblicato un album ispirato al tuo libro Nichilismo Digitale, il cui sound è un miscuglio di acid house, musica ambient e paesaggi sonori apocalittici. Secondo te, oggi, la musica può ancora fomentare il cambiamento nella società? Sto pensando a ciò che hai scritto in un tuo articolo del 2020, Extinction Bauhaus: “L’arte può […] svolgere un ruolo importante per le ‘sfide sociali’ — come acceleratore di problematiche.” Se la musica punk è stata un ottimo esempio di questo negli anni ’70, quale potrebbe essere la sua controparte nel XXI secolo? O sei d’accordo con Mark Fisher quando afferma che il circuito tra underground e cultura popolare è stato scollegato?
GL: Sono molto d’accordo con Mark Fisher su questo punto. Sono inoltre convinto che Mark Fisher fosse una persona unica che ha fatto molta ricerca interiore non certo piacevole. I più giovani sono sicuramente attratti da lui anche per questo; è stato uno dei pochi critici della cultura, insieme a Franco Berardi, ad averlo fatto. Gli altri non erano in grado di ammettere di essersi bloccati; non potevano o non volevano riconoscere che le forme di protesta e resistenza più tradizionali non avevano più senso. La verità è che la capacità dell’individuo di impersonare il cambiamento è scomparsa. Mentre le forme avanzate della stagnazione si sono dimostrate molto pericolose. Gli stati mentali depressivi che portano alla rabbia e all’ansia possono creare danni irreversibili agli individui e, infine, alla società in generale.
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