• musica
  • La merda, il concime e “Sacrosanto”

La merda, il concime e “Sacrosanto”

26/05/2023


[…]
Provateci voi ad essere bravi, ad essere stilosissimi, a fare tutte le cose a modo, con classe ed eleganza, e a non essere però cagati da nessuno – se non da gente magari pure troppo fissata con l’hip hop tra fine dei ’90 ed inizio dei 2000, come se non ci fosse altro nel mondo e nella vita. È un po’ scoraggiante, ecco.

Ma visto che anche la merda concima, è successo che i’hip hop che diventa mainstream ha (ri)aperto spazi ed attenzione negli ultimi anni anche per chi se lo meritava allora, e non ha avuto invece abbastanza. Nell’arco di pochi mesi, Shocca ha assestato un uno-due notevole: prima il joint album con Inoki, “4 mani”, ed ora questo suo “Sacrosanto”, il seguito a pieno titolo di “60hz” quasi vent’anni dopo. Due lavori davvero ottimi, “4 mani” e “Sacrosanto”: e se il primo è più il “classic Shocca” (peraltro ad alti livelli), il secondo raggiunge veramente una attenzione ed una misura inedita nel “cucire su misura” le basi per interpreti diversi, con tante piccole scelte ed accorgimenti che vanno ben oltre l’imitare Premier, e consacrano Shocca come uno dei migliori beatmaker hip hop italiani di sempre – ed anche uno che, pur citando molto il suono dei ’90 ed un certo tipo di neo-classicismo, può stare tranquillamente in produzioni del 2023 senza per nulla sfigurare rispetto a per dire uno Stabber (…ecco: il più talentuoso della nuova generazione è lui, non vediamo l’ora esca il suo disco, Tartaglini muoviti cazzo).
[…]





Fonte: Soundwall
nel canale: musica