La storia del calcio è la storia di tutti noi
21/04/2023

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La voce di Ciriello è inconfondibile, il suo modo di scrivere di sport, soprattutto di calcio, ha molto a che fare con la letteratura. Del resto, lo sport è letteratura già in origine, ma lo rimane solo se trova qualcuno in grado di raccontarlo, Ciriello è uno di questi. Scrive – annullando gli inutili paragoni: «Diego non è termine, è limite»; ha un passo che è un misto tra densità napoletana e mistero sudamericano, scrive in una lingua piena di fascino. E davvero le storie dell’America latina sembrano appartenergli come quelle dei Quartieri Spagnoli, perché è un figlio delle parole e del movimento che queste sono destinate a compiere se scritte con la giusta armonia. Quando gli chiedo dell’influenza della letteratura sudamericana nella sua scrittura, presente come riferimenti e come atmosfera, mi dice: «Tantissimo. Ho attraversato il continente, mi sono sentito a casa. Ho vissuto in diverse città dell’America Latina e mi hanno cambiato il modo di guardare le cose, influenzando la lingua e i racconti. Ho imparato anche a dribblare la mediazione europea, e questo mi crea molti problemi. E soffro anche di come l’Europa racconta il Sudamerica.
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