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«La vita, come una casa, per reggersi in piedi deve poggiare su qualche punto fermo». Il libro d’esordio di Valerio Principessa, «La casa del tè»

13/07/2022


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Pian piano, sotto il tetto della residenza si crea un microcosmo che sarà particolarmente significativo per Gabriel, il quale imparerà a fidarsi di nuovo e a costruirsi una nuova famiglia coi suoi compagni d’avventura. La diffidenza, iniziale, infatti, si sgretolerà pian piano, lasciando posto a una potente fratellanza tra i vari componenti della casa famiglia, soprattutto dopo un evento inatteso, che li costringerà a stringersi di più.

«La vita, come una casa, per reggersi in piedi deve poggiare su qualche punto fermo. Te ne accorgi quando arriva il terremoto e non stai lì a chiederti a se i punti fermi siano quelli dei tuoi sogni. Ti basta che siano lì. […] Il brutto è che dura sempre poco. La sensazione di non essere solo, intendo, non resiste al confronto col tempo. Amore e amicizia sono due parole vuote. O forse troppo piene, il che è la stessa cosa. Se ci sono mille modi per essere amico o per amare, basta sceglierne due diversi e il gioco è fatto. Il rapporto è finito. E sei di nuovo solo.» (p. 235)

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Fonte: CriticaLetteraria
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