laVerdi 22-23. 32

09/06/2023


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Ecco quindi Kirill Gerstein, 43enne russo emigrato in USA e residente a Berlino (eh, la globalizzazione…) presentarsi per interpretare, uno dopo l’altro, i due concerti pianistici composti quasi contemporaneamente, a cavallo del 1930, quindi nell’ultimo periodo della produzione di Ravel.
Per la verità Ravel stava già lavorando al suo Concerto in SOL, un lavoro improntato ad ottimismo e serenità, con ampio spazio dedicato alla musica d’oltreoceano, con la quale era venuto in stretto contatto grazie alle tournée americane. Ma nel bel mezzo della composizione arrivò la commissione dello sfortunato quanto ricco pianista Paul Wittgenstein, tornato anni addietro dal fronte ukraino della Grande Guerra (e dalla conseguente prigionia in Siberia) con il solo braccio sinistro…

La decisione di imbarcarsi nell’avventura di comporre un pezzo per la sola mano sinistra (là dove avevano fatto cilecca Strauss, Prokofiev e Britten, tanto per far dei nomi illustri) deve averlo costretto per forza di cose a immaginare un soggetto assai diverso da quello sul quale stava lavorando. Un po’ come capitò a Beethoven che, componendo quasi contemporaneamente la sua 5a e la sua 6a (eseguite in prima nello stesso concerto del 22 dicembre 1808!) si vide praticamente obbligato a indirizzarsi su due contenuti contrastanti: uno drammatico e l’altro pastorale.

Per qualche plausibile ragione Gerstein ha affrontato per primo il lavoro che impegna… entrambe le mani, il Concerto in SOL.
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(Immagine via Orchestra Sinfonica di Milano)





Fonte: proslambanomenos
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