Le paludi della piattaforma di Geert Lovink

30/03/2023


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Il libro di Lovink non è però un saggio di area media studies, che cerca cioè di offrire una disanima di tutto quanto è andato storto con Internet negli anni dell’ascesa delle piattaforme e dell’economia dell’attenzione. Lovink tratta certamente di questi temi, ma il suo approccio è quasi psicologico: non è un caso, infatti, che il saggio si apra con una “anatomia della Zoom fatigue”, l’affaticamento da troppe videochiamate, call e riunioni online, una delle sensazioni – anche fisiche e mentali – più facilmente associabili all’esperienza di vivere dentro “la cosa” che è Internet oggi. Nell’ultimo decennio – che lo stesso Lovink chiama “un decennio perduto” in cui “non siamo riusciti a considerare vie alternative e abbiamo installato qualsiasi app con noncuranza” – la spinta propulsiva potenziale di Internet come scatola magica perfetta per la creazione di mondi e alternative si è progressivamente spenta, in favore dell’ascesa delle piattaforme, che hanno invece monopolizzato completamente l’orizzonte e la nostra immaginazione.
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Fonte: Il Tascabile
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