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Lev Yashin: il “Ragno Nero” tra leggenda e realtà

19/11/2023


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A circa 19 anni entra nella Dinamo Mosca, Polisportiva del Ministero degli Affari Interni. Permettetemi un piccolo excursus: la Dinamo Mosca era una giovane polisportiva nata nel 1923 ed era strettamente associata alla polizia segreta sovietica, la NKVD. Per questo motivo la squadra spesso era vista di cattivo occhio dal pubblico, in quanto accusata di corrompere arbitri o avversari. Durante l’epoca sovietica, le squadre di calcio spesso avevano legami con istituzioni statali o organizzazioni come parte della struttura del sistema sportivo sovietico e – a differenza di quanto accadeva in altri paesi – il regime comunista imponeva a tutti i calciatori stipendi normalissimi, equiparabili a quelli di un soldato o di un’insegnante.
Oltre a quanto detto, le squadre erano spesso utilizzate come mezzo per dimostrare la forza e il prestigio del paese sia a livello nazionale che internazionale. Nel contesto dell’era sovietica, il calcio aveva quindi una forte componente politica, e – come già detto – le squadre erano spesso associate a organizzazioni statali o industriali (es: il CSKA era la squadra dell’esercito).

Dicevamo, Yashin entra giovanissimo nella polisportiva e viene subito dirottato nell’hockey su ghiaccio, sport amatissimo all’epoca nei confini nazionali.
Lev diventa subito un beniamino del pubblico grazie ad un grande carisma e a riflessi pazzeschi. La svolta avviene nel 1954: il portiere della società calcistica, Aleksey Khomic, subisce un grave infortunio, e il giovane Yashin viene chiamato a sostituirlo.
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Fonte: Games of Goals
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