Lucio Leone, La ferita

29/04/2022


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Un altro tributo evidente, seppur sottaciuto, è quello a Dante: a termine di uno dei suoi casi il protagonista porta via con sé un piccolo albero di pietra, che durante il romanzo cresce fino a invaderne la casa nei capitoli finali; nel XIII canto dell’Inferno, com’è noto, i suicidi sono tramutati in piante, la forma di vita più semplice e indifesa, in contrapposizione al complesso congegno umano che i dannati hanno rifiutato dandosi la morte. Nel romanzo di Leone l’albero, ai cui rami (secondo Dante) ogni suicida appenderà il proprio corpo dopo il Giudizio finale, indica il principio di un male misterioso e imperscrutabile che cresce progressivamente e di cui si individua il principio nello smarrimento della propria coscienza. A compensare la paralisi emotiva del protagonista,che si riflette su tutti i personaggi descritti, i simboli disseminati nel corso della storia offrono una possibile chiave interpretativa.

Davanti al cadavere di una donna riverso tra petali e piante in un negozio di fiori, il narratore si chiede: «prima l’albero di pietra, poi questi fiori; difficile non trovare collegamenti, anche se forse sono solo immaginari e, non di meno, esistono».
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Fonte: Altri Animali
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