L’ULTIMO METRÒ

13/07/2022


[…]
L’ultimo metrò
avrebbe dovuto essere il secondo episodio di un’ideale trilogia sull’arte, dopo Effetto notte e a precedere un terzo film mai realizzato. Truffaut confeziona un film dove la rappresentazione, l’arte del narrare, è vista come una possibile via di salvezza in una situazione tragica, sia a livello metaforico, come sollievo mentale per la gente afflitta dalla guerra, sia come salvezza vera e propria, il teatro come rifugio per Steiner, come passione ma anche copertura per Bernard, come dissimulazione per Marion, costretta a rifiutare attori ebrei per mantenere le apparenze e allo stesso tempo proteggere il marito anch’egli ebreo. Non mancano le divagazioni amorose sempre presenti nel cinema di Truffaut, qui meno ironiche e un pizzico più seriose dato il contesto; l’ultima scena, che non anticipiamo, rinforza quella connessione già esplorata dal regista tra finzione e realtà.
[…]





Fonte: La Firma Cangiante
nel canale: cinema