Maradona, Siviglia, il duende e altra sciocchezze
06/04/2022

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Sarà anche così, ma Diego vive di più, tanto che fa in tempo a sfasciare una Mercedes, a farsi rincorrere dalla polizia con la sua Porsche e a costringere il Siviglia a mettergli un detective in marcatura per le notti che dopo i primi mesi diventano come quelle napoletane e barcellonesi. Intorno ha una Spagna che vuole vivere e recuperare il tempo perduto sotto la dittatura e i preti, come racconteranno Bigas Luna e Pedro Almodóvar, e Diego ne approfitta divenendo ancora di più un personaggio di Marco Ferreri. Così l’anno del riscatto diventa l’anno fortunato di quelli che hanno giocato con lui, un coro di ammirazione, comprensione e pazienza, ricambiati dal teatro maradoniano. Manolo Jiménez, che era il capitano, gli diede subito la fascia, e lui, come era accaduto a Napoli con Bruscolotti, non usò mai quel potere con arroganza, anzi, si declinò con la solita umiltà.
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