Mattoncini, di Angelo Calvisi

24/11/2022


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Il secondo racconto, La maledizione del sommo poeta, esplora una forma di ossessione che si configura nella necessità di ottenere risultati nella vita, lasciando un segno del proprio passaggio. Come ha fatto Dante Alighieri, per esempio. Da uno stimolo scolastico adolescenziale, il protagonista sviluppa un sistema di complessi e di visioni continuative, durante le quali interagisce col fantasma di Dante che, dispettoso, alimenta le spinte all’autosabotaggio dell’aspirante scrittore. Nei suoi tentativi di lasciare un segno, infatti, il personaggio tenta la strada letteraria, inanellando svariati incipit e inizi di romanzi che non sa come proseguire. Tutto, nel suo agire, alimenta ulteriormente la frustrazione e il senso di urgenza rispetto a un obiettivo irrealistico e troppo alto. Calvisi, nei meandri di una trattazione non semplice, con tratti e passaggi che arrivano a lambire l’onirico, riesce a risultare anche divertente, in una selva di invenzioni e grazie, soprattutto, alla ricerca linguistica.
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Fonte: la nuova carne
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