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Musica digitale Hi-Res: caratteristiche, limiti e falsi miti

21/05/2022


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È stato dimostrato (in che modo lo vedremo più avanti) che se si ascoltano due versioni dello stesso album, uno in alta risoluzione (ad es. 192,000Hz/24bit) e uno in CD (quindi con qualità audio 44,100Hz/16bit), risulta molto difficile – per molti impossibile – avvertire differenze.
Per spiegare perché questo accade nonostante gli evidenti vantaggi teorici dei formati ad alta risoluzione, si deve partire da un elemento che riguarda tutti e che prescinde da qualsiasi dispositivo o sistema audio utilizzato per l’ascolto: la capacità uditiva degli esseri umani.

Dal punto di vista delle frequenze, un file audio con valore in frequenza di 44,100 Hz – in base al teorema di Nyquist-Shannon – è perfettamente in grado di rendere tutte le frequenze che il nostro sistema uditivo è in grado di percepire (che, nella migliore delle ipotesi, quando si è ancora bambini, vanno da 20 a 20,000 Hz). Va da sé che l’ascolto di un file con una risoluzione che superi anche di svariate volte quella di un CD audio (come nel caso delle risoluzioni a 96,000 o 192,000Hz), non può offrire alcun vantaggio udibile. Il segnale in alta risoluzione ha effettivamente delle informazioni in più circa le frequenze, ma, semplicemente, non siamo in grado di percepirle.
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Fonte: Extended Play
nel canale: musica