PER VALERIO EVANGELISTI

19/04/2022


Valerio Evangelisti, grande scrittore, uomo buono, amico, è morto ieri. Non era il re del fantasy, come leggo qua e là. Era l’autore che ha incrociato le vie del fantastico col mito, e soprattutto con la storia. Per ricordarlo, un’intervista del 2009. La feci per Mente e cervello. Leggetelo, ricordatelo.

Penso al lavoro fatto sul genere, nei campi del noir e del giallo. Nobilitato, portato al massimo livello di visbilità, e giustamente dissolto dentro il mainstream. Credo che in Italia la nebulosa di testi che ora “risuona” nel New Italian Epic  debba molto a quell’esperienza. Ma due settori sembrano ancora essere  immuni, o poco toccati, da questo discorso. E penso proprio a fantasy e horror. Perché?

Il giallo-noir di Macchiavelli, Lucarelli, Carlotto, De Cataldo, Camilleri, Fois  e altri, è stato il primo a sfondare le barriere. Parlava di società italiana proiettandole contro una luce fredda, mentre i bestseller correnti mettevano in scena drammi individuali magari interessanti, però avulsi dal contesto socio-economico, ed evitavano di prendere posizione. Qualche volta si limitavano a esercizi linguistici. Il noir, dunque, è stato importante, anche se poi ha generato una serie di romanzetti hard-boiled che dei modelli americani o francesi traevano solo le frasi sincopate e ciniche dei dialoghi. Diverso il discorso per il fantasy e l’horror. Il primo ha preso piede (relativamente) in Italia quale antitesi alla fantascienza e alla sua logica. Prevalgono tra noi i testi poetici e carini, scritti da donne o ragazze per compiacere un pubblico di adolescenti – salvo occasionali scene “hard” di duelli, per tenere alta l’adrenalina. Quanto all’horror, non mancano in Italia autori di genio (Gianfranco Manfredi, Danilo Arona, Chiara Palazzolo, Alda Teodorani, Gianfranco Nerozzi), ma spesso ignari, salvo i nomi che ho citato e alcuni altri che non ho citato, delle profondità psicologiche che dovrebbero sondare. Insomma, il “genere” regge solo se è sorretto a sua volta da un progetto e da una filosofia. Altrimenti si riduce a trame stente e marionette spacciate per personaggi.
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Fonte: Lipperatura
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