Perché leggere “Tomás Nevinson” di Javier Marías
10/03/2023

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Reck-Malleczewen «non era affatto un uomo di sinistra e non era nemmeno ebreo né zingaro né omosessuale», era un borghese prussiano che provava orrore per l’ottusa crudeltà del nazismo e del suo capo. Tomás Nevinson racconta e propone al lettore il dilemma tra coscienza e giustizia, ricordando la morte a Dachau di Reck il 16 febbraio 1945. Javier Marías lascia che a porre il quesito sia un uomo inventato, con licenza di uccidere. Il tempo della lettura si dilata nel tempo del lettore, che alza gli occhi dalla pagina o fissa parole senza vederle. È la lentezza della riflessione, di una lettura che non vuole arrivare alla fine, che ri-comincia e che così sconfigge la morte. È il contrario del consumo, della velocità, del citazionismo da internet che simula la cultura, del fast food letterario che imperversa anche sui blog.
Per questo, forse, può spiegare bene questo libro, e il senso della letteratura, che ostinatamente non è lettera morta, l’ultima pagina, quella di Riconoscimenti e ringraziamenti
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