Piccolo manifesto personale di scrittura working class
28/10/2022

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8. Mimetismo e sperimentazione
Al solito: i borghesi possono prendersi il lusso della sperimentazione, dell’espressionismo, del gioco formale, dell’avanguardia. Ai poveracci tocca replicare cacofonicamente le loro sfighe. Ritengo invece che per restituire al meglio la complessità del linguaggio e delle esperienze delle persone di classe operaia sia necessario suonare registri distinti, dosare un complesso impasto linguistico, ricorrere a sperimentazioni, spingere l’acceleratore del simbolismo e dell’allegoria. Fare del testo un cantiere aperto, replicando in narrativa il lavoro della carpenteria industriale. Bisogna ibridare, non come un artista, ma come un saldatore che da sempre assembla strutture non omogenee per creare architetture di carpenteria sedimentate e stratificate. Da qui deriva anche la tensione verso l’iperrealistico, il caricaturale, il grottesco. Senza fare i fighetti che se la menano col postmodernismo: se vogliamo essere capiti dai pensionati del circolo Arci, dovremo allora essere pronti a tornare su una lingua piana. Dipende cosa vogliamo dire e a chi vogliamo parlare.
Molto spesso però il realismo rischia di diventare una catena che ci imbriglia, una zona di confino.[i]
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