#PremioBg22 – “Quel luogo a me proibito” di Elisa Ruotolo
30/03/2022

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Questa «storia di una grande paura» si fa leggere come un romanzo di formazione tardiva, una formazione che dovrebbe realizzarsi nella scoperta del desiderio e nell’incontro con un altro corpo, al quale tuttavia la protagonista non riesce ad abbandonarsi, decretando il fallimento degli istinti di fronte alla morale imposta. Un reale motivo di maturazione si scorge più avanti nella confessione del proprio dolore che la protagonista riesce a fare a Nicla, storica compagna di classe dell’infanzia, da sempre agli antipodi rispetto a lei per atteggiamento ed esperienze. Se l’uomo di cui la protagonista si innamora, Andrea, non riesce a ottenere la fiducia sufficiente perché lei possa amarlo in modo disinibito, spiritualmente e carnalmente, è il rapporto sororale con Nicla che le insegna a superare il dolore e ad accettarsi senza giudizio. Perciò la formazione appare doppiamente tardiva: da una parte perché si compie molto dopo il periodo biografico dell’adolescenza; dall’altra perché avviene soltanto quando ormai l’amore e la possibilità di viverlo sono perduti.
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