qualcuno dovrà pensare ai rettili
26/04/2023

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oggi chiusa per decreto, rovellana è stata una piccola ma autosufficiente comunità contadina prima e industriale poi. in seguito, come in tanti altri piccoli paesi, la fine dell’epoca d’oro dell’industrializzazione, la delocalizzazione delle imprese e la globalizzazione dei mercati hanno distrutto l’identità del paese e dellə suə abitanti. non sanno più chi sono, non sanno più qual è il loro posto.
oggi chiusa per decreto, rovellana è stata una piccola ma autosufficiente comunità contadina prima e industriale poi. in seguito, come in tanti altri piccoli paesi, la fine dell’epoca d’oro dell’industrializzazione, la delocalizzazione delle imprese e la globalizzazione dei mercati hanno distrutto l’identità del paese e dellə suə abitanti. non sanno più chi sono, non sanno più qual è il loro posto.
perdere la propria identità genera paura e la paura è solo l’anticamera della chiusura e della violenza: «c’è un gran bisogno di riscoprire le nostre radici […] e di eliminare chi ci vuol fare dimenticare chi siamo».
se non si riesce più a definire la propria appartenenza – «i sogni dei rovellanesi erano prima sogni di contadini, poi sono divenuti sogni operai. loro appartenevano a quel mondo e sognavano di quel mondo. […] i rovellanesi non sono più nulla. quali sono i loro sogni?» – il modo più facile per tornare a riconoscersi è unirsi contro qualcunə.
essere dalla stessa parte della barricata contro lo stesso nemico è il modo più facile, primitivo e per questo universale e facile da accettare, di sentirsi parte di qualcosa.
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