Quando ascoltavamo i WARLOCKS per cercare di scopare

23/11/2022

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Maestro di cerimonie Bobby Hecksher, praticamente deus ex machina unico alle prese con formazioni allargate e costantemente variabili, come spesso si usa in questi contesti. Nel 2002, dopo un ottimo esordio, sembrava arrivasse pure il suo momento. Esce infatti Phoenix, per la Birdman Records, un disco con almeno due singoli clamorosi, tanto che l’anno dopo venne ripubblicato dalla più grossa Mute Records, con una differente copertina (quella coi coltelli) e una scaletta differente, quella che trovate su Spotify. E in effetti, se c’era da puntare su qualcuno di talento, quel qualcuno era Hecksher.
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